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L'Edi.S.I.
e la Casa Raffael
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Anche nella notte buia di un uomo ramingo e fuggiasco
c’è un’attenzione del cielo per lui
(C.M.Martini -  Incontro al Signore risorto)

 

Dai Formatori sono state presentati all’Edi.S.I. alcuni Religiosi/Religiose che manifestavano “fatica e stanchezza”, avevano bisogno di ri-motivarsi nella loro scelta di consacrazione, sia attraverso un breve periodo di sosta effettuando una Consulenza in vista di una maggiore conoscenza di sé, sia attraverso un anno sabbatico .
Nella Casa Raffael, avuta in comodato gratuito da un Istituto Religioso, si può così realizzare la prevenzione, il sostegno e l’accompagnamento per le persone che si trovano nel “disagio” e in momenti complessi della loro Vita Consacrata e Presbiterale.
Si è chiamata Raffael per riferirsi alla “medicina” di Dio, che si avvale dei diversi mezzi antropologico-spirituali per aiutare la persona a ritrovare la sua “salute” psico-fisica e spirituale.
Nella Casa Raffael è possibile ora accogliere 20 Religiose, che seguono, insieme ad altre 15 che si trovano nelle loro Comunità o ospiti, il Programma dei Moduli formativi. Si gestisce attraverso un Consiglio della Casa.
Insieme al gruppo delle Suore ci sono ora tre Religiosi (Sacerdoti) e un Diocesano, che risiedono o nelle loro Comunità o in sedi concordate con l’Edi.S.I.
Negli ultimi due anni sei Suore della Casa Raffael sono tornate alla loro Comunità e hanno lasciato il posto ad altre ; una ha realizzato un passaggio ad un Istituto Secolare ; 5-6 Suore hanno usufruito di ospitalità per brevi periodi, nell’attesa di trovare posto a Genova. I numeri non sono grandi, perchè un anno è il minimo del tempo (tipo anno sabbatico) perchè una persona si possa ricostruire.
 
Certamente non è un servizio appariscente, perchè l’Edi.S.I. tiene molto riservato il tutto, per non esporre le Suore/i Religiosi e le loro problematiche. In tale riservatezza i diversi Animatori sono molto collaborativi.

Ciò, tenendo conto delle parole che ci disse il P. Raffaele Donghi ofmCap (ora nella Casa del Padre), iniziatore nell’Edi.S.I. del servizio al “disagio” , e di P. Fiorenzo Bugin ocd (sostenitore di tale servizio e pure nella Casa del Padre):


Quando incontro un fratello o una sorella, cerco di avere almeno questi due atteggiamenti:
1° - pormi di fronte alla persona non come di fronte ad un rebus che mi devo sforzare di capire, ma ad un mistero che innanzitutto sta nelle mani di Dio e che lo stesso Dio mi sollecita a capire nella sua realtà profonda;
2° - ricordarmi che se la Provvidenza ha voluto che questa persona arrivasse a me, è perché io faccia di tutto per aiutarla.

(P. Raffaele Donghi ofmCAp)

La sintesi tra libertà e consacrazione si realizza attraverso il sottilissimo filo di un equilibrio estremamente difficile. Il Consacrato deve accettare una revisione della nozione e del modo di esplicarsi della sua vita, purificandola dalle motivazioni secondarie che forse hanno influenzato l’inizio della sua accettazione personale nella professione religiosa: l’approfondimento delle motivazioni della sua vita religiosa può provocare un rinnovamento, a volte un cambiamento, che può essere espressione di una profonda fedeltà.
Il nostro compito è avvicinare l’uomo, ascoltarlo, capirlo, comprenderne la difficoltà, i travagli ed anche gli errori e anche aiutarlo nel superare il suo dramma. Il desiderio del Cielo assume così un valore non solamente spirituale. Esso include un’ottica sul destino umano compresa in tutta la sua profondità.

(P.Fiorenzo Bugin ocd )


 Alle Suore della Casa Raffael e alle altre Religiose/Religiosi che seguono il Programma Raffael, l’Edi.S.I. propone Moduli formativi, specifici per le diverse forme di Vita Consacrata detti attualmente Programma FSP (= Formazione permanente specifica nella Vita Consacrata e Presbiterale). L’Associazione richiede che le persone si impegnino in un lavoro approfondito di conoscenza di sé e di revisione personale, da realizzarsi con persone scelte in accordo con i responsabili dell’Associazione ; il tutto in piena collaborazione con i Superiori delle persone stesse.

Proprio perché in ogni persona si realizzano momenti positivi e momenti negativi, i momenti di difficoltà, di disagio, di crisi hanno una propria provvidenzialità formativa, sulla linea di quanto afferma il n. 70 del documento Vita Consecrata.
Sembra utile rileggere tale passo perchè illustra i diversi passaggi della vita dove si possono realizzare momenti di crisi, e in ognuno di tali momenti può rigenerarsi una nuova modalità formativa,che sembra aprire nuove prospettive alla persona.
C'è una giovinezza dello spirito che permane nel tempo: essa si collega col fatto che l'individuo cerca e trova ad ogni ciclo vitale un compito diverso da svolgere, un modo specifico d'essere, di servire e d'amare.
Nella vita consacrata i primi anni del pieno inserimento nell'attività apostolica rappresentano una fase di per se stessa critica, segnata dal passaggio da una vita guidata ad una situazione di piena responsabilità operativa. Sarà importante che le giovani persone consacrate siano sorrette e accompagnate da un fratello o da una sorella, che le aiuti a vivere in pieno la giovinezza del loro amore e del loro entusiasmo per Cristo.
La fase successiva può presentare il rischio dell'abitudine e la conseguente tentazione della delusione per la scarsità dei risultati. E' necessario allora aiutare le persone consacrate di mezza età a rivedere, alla luce del Vangelo e dell'ispirazione carismatica, la propria opzione originaria, non confondendo la totalità della dedizione con la totalità del risultato. Ciò consentirà di dare nuovo slancio e nuove motivazioni alla propria scelta. E' la stagione della ricerca dell'essenziale.
La fase dell'età matura, insieme alla crescita personale, può comportare il pericolo d'un certo individualismo, accompagnato sia dal timore di non essere adeguati ai tempi che da fenomeni di irrigidimento, di chiusura, di rilassamento.
La formazione permanente ha qui lo scopo d'aiutare non solo a recuperare un tono più alto di vita spirituale e apostolica, ma a scoprire pure la peculiarità di tale fase esistenziale. In essa, infatti, purificati alcuni aspetti della personalità, l'offerta di sé sale a Dio con maggior purezza e generosità, e ricade su fratelli e sorelle più pacata e discreta ed insieme più trasparente e ricca di grazia. E' il dono e l'esperienza della paternità e maternità spirituale.
L'età avanzata pone problemi nuovi, che vanno preventivamente affrontati con un oculato programma di sostegno spirituale. Il ritiro progressivo dall'azione, in taluni casi la malattia e la forzata inattività, costituiscono un'esperienza che può divenire altamente formativa. Momento spesso doloroso, esso offre tuttavia alla persona consacrata anziana l'opportunità di lasciarsi plasmare dall'esperienza pasquale,configurandosi a Cristo crocifisso che compie in tutto la volontà del Padre e s'abbandona nelle sue mani fino a rendergli lo spirito. Tale configurazione è un modo nuovo di vivere la consacrazione, che non è legata all'efficienza di un compito di governo o di un lavoro apostolico.
Quando poi giunge il momento di unirsi all'ora suprema della passione del Signore, la persona consacrata sa che il Padre sta portando ormai a compimento in essa quel misterioso processo di formazione iniziato da tempo. La morte sarà allora attesa e preparata come l'atto supremo d'amore e di consegna di sé.
E' necessario aggiungere che, indipendentemente dalle varie fasi della vita, ogni età può conoscere situazioni critiche per l'intervento di fattori esterni — cambio di posto o di ufficio, difficoltà nel lavoro o insuccesso apostolico, incomprensione o emarginazione, ecc. — o di fattori più strettamente personali — malattia fisica o psichica, aridità spirituale, lutti, problemi di rapporti interpersonali, forti tentazioni, crisi di fede o di identità, sensazione di insignificanza, e simili.
Quando la fedeltà si fa più difficile, bisogna offrire alla persona il sostegno di una maggior fiducia e di un più intenso amore, sia a livello personale che comunitario. E' necessaria allora, innanzitutto, la vicinanza affettuosa del Superiore; grande conforto verrà pure dall'aiuto qualificato di un fratello o di una sorella, la cui presenza premurosa e disponibile potrà condurre a riscoprire il senso dell'alleanza che Dio per primo ha stabilito e non intende smentire. La persona provata giungerà così ad accogliere purificazione e spogliamento come atti essenziali della sequela di Cristo crocifisso. La prova stessa apparirà come strumento provvidenziale di formazione nelle mani del Padre, come lotta non solo psicologica, condotta dall'io in rapporto a se stesso e alle sue debolezze, ma religiosa, segnata ogni giorno dalla presenza di Dio e dalla potenza della Croce!  (GIOVANNI PAOLO II ,  25 marzo 1996)

 


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